Inside Hinto: il remote working e l'impatto sulle vite dei nostri collaboratori

Facciamo due chiacchiere con Paolo, SEO and Web Marketing Specialist dell’azienda da poco diventato un super papà, sull'impatto del remote work nella vita personale dei collaborati aziendali!

Remote Work e famiglia

La cultura aziendale è fondamentale.

Perché? Perché le persone sanno di avere delle scelte!
Si tratta di scegliere come arricchirsi interiormente avendo la possibilità di sentirsi realizzati.
Noi di Hinto crediamo in una cultura aziendale solida e l’abbiamo ripensata più equa, basata sull’empatia e sulla comprensione senza trascurare i propri valori.

Remote Work e Smart Work

Oggi intervistiamo Paolo, SEO and Web Marketing Specialist dell’azienda, da poco diventato un super papà!

 

Paolo, cosa pensi dello smart working e del remote working, e quali impatti hanno sulla tua vita privata?

Partiamo da un concetto fondamentale: smart e remote work sono la naturale evoluzione del lavoro in un mondo che freneticamente si sposta sempre più sul digitale e sulla definizione di obiettivi SMART strategici; non solo nel nostro settore, che per forza di cose è legato a doppio filo a questa evoluzione.
Personalmente non potrei più immaginare una situazione lavorativa senza una componente di remote work, che mi permette sia di abbattere notevolmente costi e tempi tra “spostamenti” e “logistica”, ma soprattutto di essere sempre vicino alla mia famiglia, soprattutto in questo periodo di “cambiamenti” visto l’arrivo della piccola Sofia.

Occorre però fare una precisazione…  Spesso si è portati a pensare che il lavoro da remoto o l’adozione dello smart working sia esclusivamente un “dovere” o comunque un qualcosa a carico dell’azienda…  In realtà dalla mia esperienza, posso dire che il punto fondamentale per avere successo utilizzando queste metodologie di lavoro, è “l’educazione” (passatemi il termine) dei collaboratori, che devono vedere in questi cambiamenti una possibilità per incrementare di pari passo, sia il loro benessere ma anche la loro produttività.

 

Quali sono gli aspetti che ritieni prioritari nel tuo lavoro, in generale e rispetto alla tua situazione di vita attuale?

La condivisione delle competenze, la possibilità di gestirmi in autonomia (al netto naturalmente di call e allineamenti) e la fiducia che ricevo giornalmente, sono tra i punti di partenza che ogni giorno mi spingono a impegnarmi al 110% delle mie possibilità.

Il poter guardare mia figlia che dorme nella culla accanto alla scrivania e allungare una mano e toccarla è naturalmente un valore aggiunto che non si può paragonare a nessun altro benefit, collaborare subito dopo il lavoro alla vita “in casa” senza dover affrontare interminabili ritorni in macchina e/o poter godere di una certa flessibilità, sono sicuramente degli aspetti importanti che ad oggi, mi hanno permesso di affrontare questo periodo molto complicato con serenità e lucidità.

 

Quali credi siano i fattori principali del successo di un’azienda? 

Il non fermarsi. In questo mercato digitale in costante evoluzione, sicuramente occupare nicchie di mercato è importante ma limitarmi a questo potrebbe essere controproducente, proprio per la volatilità stessa intrinseca del settore: avere un occhio sempre attento all’innovazione, provare a rischiare anche con investimenti non sicuri, è uno dei fattori di successo imprescindibili.
Naturalmente questo si collega in modo vincolante a una costante ricerca di collaboratori e dei migliori modi possibili per attrarre persone di talento, che possono portare un valore aggiunto costante nella crescita aziendale.

 

A parer tuo, quale dovrebbe essere il supporto di un’azienda verso i dipendenti?

Il supporto principale che un’azienda può dare ai suoi dipendenti si può riassumere in una frase che ogni tanto mi piace ripetere: “Effettuare insieme un percorso di crescita professionale e personale, che dia il giusto peso agli obiettivi lavorativi condivisi insieme, ma anche alle esigenze della vita privata.”
Sembra scontato e utopistico, ma in realtà identifica al 100% tutto quello che un rapporto professionale positivo dovrebbe avere come caratteristiche : empatia / voglia di migliorarsi a livello personale e di gruppo / focus sulla persona.

Gli strumenti possono essere tanti, ma il punto fondamentale da cui partire è sicuramente la condivisione: di intenti, di esigenze, e il venirsi incontro dando fiducia e senza “stringere” i dipendenti in una morsa che poi gioco-forza, viene vista come una “limitazione” e non come una possibilità di benessere.

 

 

 

 

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